L'esperienza clinica mi ha insegnato che la patologia nelle sue diverse manifestazioni favorisce un isolamento  che impedisce alla persona che soffre di riappropriarsi della sua vita. Propongo a chi si rivolge a me di limitare la tendenza a ricercare colpe da attribuire a sé stesso o agli altri e di spostare l'attenzione sulle possibili cause che hanno favorito il passaggio dal semplice disagio al disturbo. Spesso sono presenti svariati fattori: una bassa autostima ma anche lutti e/o fallimenti. In una situazione critica la tendenza a ricercare le colpe da attribuire genera un cortocircuito che accentua la sofferenza derivante dal  fallimento. Stimolo il mio interlocutore a riflettere sull’opportunità di recuperare una visione longitudinale della sua sofferenza non soltanto per quanto riguarda gli eventi precedenti l’esordio ma anche per quanto riguarda, in una prospettiva futura, il cammino che insieme immaginiamo possa percorrere.